La cucina del signore e dell’abate.
Tradizioni della cucina altomedievale.
Sarà il tema della conferenza organizzata dall’Associazione Udinese Amici dei Musei e dell’Arte che sarà tenuta dalla prof.ssa Maria Amalia D’Aronco.
Mercoledì 13 aprile alle ore 17, nel Salone di Palazzo Mantica, sede della Società Filologica Friulana in via Manin 18.
Primus Daedalus mensam et sellam fecit. Coquinae apparatum Apicius quidam primus conposuit. («L’inventore della tavola e della sedia fu Dedalo. Gli utensili da cucina, invece, furono creati da un tale Apicio»,)
Con queste parole inizia il XX libro dedicato alle provviste e agli strumenti domestici e rustici del vescovo spagnolo Isidoro da Siviglia che consegnava al medioevo il sapere dell’antichità attraverso le sue Etymologiae. Il ‘medioevo’, questo periodo lunghissimo, dieci secoli secondo la convenzione cronologica manualistica tradizionale, dal 476 deposizione di Romolo Augustolo, l’ultimo imperatore romano d’Occidente al 1492 scoperta dell’America, ma tutt’altro che ‘bui’ come purtroppo ancora troppo spesso appaiono all’immaginario collettivo malgrado le smentite degli studi.
Mille anni di invasioni, di rivolgimenti sociali, culturali, istituzionali ed economici, di invenzioni, di sperimentazioni e di innovazioni straordinarie, dieci secoli tumultuosi e contraddittori, tragici e drammatici, tesi verso dimensioni ultraterrenee e, al tempo stesso, capaci di spregiudicatezze indicibili, secoli di cupezze e di colori vivaci che certamente non possono essere considerati sotto un unico punto di vista, non vi è nessuna possibile omogeneità in nessun campo e tanto meno, per ritornare all’argomento di questo intervento, nelle abitudini alimentari.
Rinserrare mille anni di tradizioni, di costumi, usanze, di innovazioni, storia e storie in un territorio vasto come l’Europa centrale in questo breve spazio è, ovviamente, un’impresa assurda. Ma vorrei riuscire a trasmetterne un po’ il sapore e il profumo, la bellezza dei deschi, l’eleganza dei commensali, la ricchezza delle tavole o la loro austerità.
Per questo prenderò come guida, per attraversare le lande del tempo e coprire le distese geografiche tra Mediterraneo ed Europa, alcuni autori le cui parole, fissate in fragili fogli di pergamena prima e di carta poi, grazie all’impegno di generazioni di scribi e di lettori, sono giunte, talvolta fortunosamente, fino a noi.